I gravi reati del mostro di Firenze si sono sviluppati nell'arco di almeno un decennio (se si eccettua il delitto del 1968, già giudicato e non incluso dalla condanna a carico di Pacciani), e hanno riguardato quasi sempre giovani coppie accampatesi nella campagna fiorentina in cerca di intimità.
Le costanti della vicenda non sono però limitate alla tipologia delle vittime, ma si estendono ai mezzi usati e al modus operandi dell'omicida; i delitti sono avvenuti nelle medesime circostanze, in luoghi appartati e nelle notti di novilunio, o comunque con cielo coperto, praticamente sempre d'estate; è stata utilizzata sempre la stessa arma, una pistola Beretta serie 70, calibro 22 Long Rifle, probabilmente in commercio dagli anni 50, con la canna oblunga propria della armi per tiro a segno, caricata con proiettili Winchester) serie H (proveniente da due scatole da 50 cartucce) e con l'asportazione di parti anatomiche dai cadaveri delle donne uccise. L'asportazione è comunque avvenuta soltanto in quattro degli otto duplici delitti. Inoltre sono attendibilissime le sensazioni che l'assassino seguisse le sue vittime e conoscesse bene i luoghi in cui operava. A Vicchio, a Calenzano, agli Scopeti, nei luoghi dei massacri, non poteva arrivarci per caso, dato che trattasi di stradine sterrate quasi invisibili di notte. |